Nabil Al Zein

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ITALY BIOGRAFY

Nabil AL-ZEIN in arte Nabil:  italo-siriano, ama definirsi “artista libero” in quanto è ostile al dogma secondo il quale il percorso di un artista deve per forza culminare in una forma espressiva propria ed immutabile, come segno di maturità artistica che invece secondo lui è un puro ostacolo sia alla genialità che all’inventiva. Infatti il grande maestro Picasso, padre del Cubismo, è stato sempre poliedrico nella sua produzione ne mai solo cubista, mentre Michelangelo Pistoletto fuggiva sempre dall’essere identificato con una sola sua opera ma ha inteso volutamente apparire incoerente nei suoi lavori. Gerhard Richter attraversa coscientemente tutte le discipline pittoriche, senza fare distinzioni tra linguaggi che per altri sarebbero assolutamente incompatibili. Lui non fa distinzione tra pittura astratta, monocroma, di figura, “d’après”, gestuale, iper-realista, ma era capace di proporci tutto questo o addirittura di dipingerlo contemporaneamente.
Per Nabil  l’unica legge da rispettare in quel cosmo di libertà che si chiama “arte” è il concetto del bello (oggi secondo alcuni non più indispensabile), l’impegno nel lavoro e nella ricerca, l’originalità e la sincerità nell’essere se stessi.
Medico-dentista, in arte è autodidatta. Si è appassionato fin da giovane alla pittura, ma la sua indole di persona schiva, la riservatezza che lo contraddistingue e una certa dose di timidezza l’hanno indotto ad una riluttanza verso le apparenze e verso ogni atto che lo pone sotto i riflettori. Col tempo ha rotto gli indugi per aprirsi al confronto con tutto il mondo artistico che lo circonda, partecipando a collettive in Italia ed all’estero, installando personali e mettendosi in discussione con concorsi lungo tutto il territorio nazionale raccogliendo premi, riconoscimenti e onorificenze che gli sono piovuti da tutte le parti a testimonianza della valenza e solidità delle sue ricerche e della sua espressione artistica.
Ha iniziato col figurativo, si è poi tuffato nel concettuale per immergersi successivamente nel pieno astratto. Un’insolita metamorfosi in quanto è a corrente alternata che non disdegna il percorso a ritroso, navigando nell’acquarello e compiacendosi nel collage.
Ama giocare con i colori, così come comunicare e protestare tramite loro, per questo la sua ricerca l’ha indotto a teorizzare quello che definisce “colore libero per l’artista libero” e che ha caratterizzato una bella fetta dei suoi lavori, nei quali prevale la tecnica mista, i notturni, le sviste al cielo e allo spazio cosmico. Si è confrontato con temi sociali, ambientali, politici e spirituali, ragione per la quale si è trovato meglio nel concettuale fatto di mini collage e caratterizzato dal forte utilizzo di ciò che è più espressivo nel volto umano (occhi, labbra e capelli). Ultimamente ha aderito al Movimento Iperspazialista distinguendosi con un proprio linguaggio espressivo che lo interpreta in questi termini:
La matericità di Van Gogh ha soppiantato la pittura piatta per essere ormai bidimensionale, mentre Picasso col suo Cubismo ha sottolineato l’importanza della visione tridimensionale del soggetto. Solo l’opera del grande maestro Fontana nel suo “Manifesto Blanco” ha posto le basi per la rivoluzione spazialista tridimensionale, volendo guardare oltre la tela.
È passato più di mezzo secolo da allora e la terza dimensione (teorizzata da Fontana e proseguita da Castellani, Bonalumi, Simeti ed anche da Giuseppe Amadio con  le loro estro ed introflessioni della tela) non può più bastare, nonostante la presa d’atto dell’ampliamento del concetto spaziale nell’era cosmica. Lo spazio è strettamente connesso alla quarta dimensione che è il tempo, per interagire l’uno nell’altro modificandolo (essendo strettamente interdipendenti tra loro) e per via del moto, espressione di  vita, ci troviamo nella quinta dimensione quella spirituale alla Vasilij Kandinsky.
 Nabil  indaga nelle sue tracce indelebili  sia nel micro che nel macro cosmo (animale, vegetale o inanimato che sia) e le trova in una forchetta, palla o meteorite che hanno modificato lo spazio della tela nel loro movimento durante il tempo. Lo spazio enucleato dal suo contesto naturale senza più movimento e fermando il tempo non ha nulla a che fare con la vita.
L’artista  è vita e l’arte  non è mai completamente astratta e fine a se stessa ma è una espressione spirituale di una evidenza materiale, ragione per cui si deve per forza parlare di quello che Nabil  definisce “spazio vitale”.











Hanno scritto di lui:

∑ Irruente, dominato dall’istinto mentre armonizza macchie contrastanti, toni caldi e freddi, masse diverse in composizione astratte dominate dall’equilibrio (Fernando Pallocchini);
∑ Il coraggio di esprimere il colore interiore, incurante di qualsiasi tipo di condizionamento sia tecnico che economico, optando solo per la ricerca e l’originalità. Ha la capacità di far vibrare il colore, vibrazioni che gli vengono dall’inconscio, meglio sarebbe dire che “le vede” in quei piani più sottili astrali, dove l’individuo dotato si reca a piacimento mentre la persona normale vi si ritrova sempre durante il sonno (Giorgio Rapanelli);
∑ Le sue opere sono espressioni immediata del talento, parlano di una musica, o se vogliamo, di una bellezza senza nome, perché non fa riferimento ad  alcuna immagine raccontabile (Prof. Elio Succi - direttore “Praxis artistica”);
∑ Spontaneità ed entusiasmo sono i suoi maestri ispiratori, che trovano nel Nabil un allievo predisposto ad una felice scomposizione analitica dei soggetti per arrivare ad una interpretazione sincera, aderente ai principi di un cromatismo equilibrato ed armonioso secondo l’innata vocazione del giusto dosaggio delle tinte e dei toni (Aldo Biondi - presidente associazione “Vivere l’arte”);
∑ Il quadro fa vivere una notevole suggestione, per l’armonia che raggiunge, nella fusione di una sostanza pittorica, di impronta informale, nell’affiorare dei tratti di un volto femminile (Commissione del premio “Donna chi sei”);
∑ Nell’arte di Nabil si avverte una libera e ribelle sensibilità pittorica (Alfredo M. Barbagallo);
∑ L’opera composita sfiora la vertigine e i rapporti tra colori e segni interagiscono ad un punto tale da diventare un intreccio inestricabile, evidenziano la liberazione di forze dinamiche che si diramano sulla tela come momenti di riflessione  in rappresentazione del proprio vigore e di un fermo impegno contro forme d’ordine che appiattiscono ed impediscono una reale ottica (Commissione del premio “Falconarti 2005”);
∑ Istintivo, padrone del colore e dell’equilibrio delle masse, Nabil Al-Zein è un astrattista puro che, comunque, non perde di vista la realtà e appunta sulle tele brevi reminescenze in precario equilibrio tra informale, gestuale e concettuale. Non è per caso che il Comune di Recanati abbia chiesto di esporre per una settimana ancora (Resto del Carlino 6.11.2005);

∑ Sono richiami di cose segrete, sono metafore senza parole, sono un modo di creare un particolare vocabolario cromatico, confessioni di radice effettivamente ‘romantica’ in cui affiorano emozioni e sensazioni in un mondo fatto di silenzi parlanti e talvolta vi affiorano velate note nostalgiche e malinconiche (Antonio Malmo – Critico esperto d’arte moderna, corrispondente de “Il Pungolo” e dell’Associazione Storica del Medio Volturno di Piedimonte Matese);

∑ Un'opera che non a caso si apre e si 'legge' a libro, in cui si racconta in esso, tramite i colori e le velate suggestioni cromatiche, le speranze (verde) di un'utopia possibile, contrapposta alle annose incomprensioni che sovente sfociano in fatti di sangue (rosso). (Commissione del premio "Il Cavalletto");

∑ Per Nabil l'arte è pura gestualità in un mondo dove i confini tra figurativo e astratto si amalgamano, per dar vita ai sentimenti;un racconto emotivo tutto personale in cui l'anima si scatena sulla tela  in una  disgregazione di forme e di colori. Nabil segue solo una linea: il suo istinto emotivo. È in un' astrazione della realtà che egli spicca il volo in un immaginario creativo, è in un eclettismo pittorico che egli riesce a trasmettere gli impulsi e le tensioni di      un artista (Giovanna Navetta).

Riconoscimenti:
Medaglia di bronzo Camera dei Deputati al concorso internazionale “S. Crispino” (AP); 1° premio assoluto per grafica e tecniche varie alla XXV edizione del premio “Il Centenario” (Torino), 1° premio assoluto arte sacra dell’Accademia Internazionale Santarita (TO); attestato di merito premio internazionale “WWArP World Web ART Prize” patrocinato da “World Fine Art” di New York; 1° premio al concorso internazionale “Il Cavalletto” (Andrano – LE) patrocinato dall’Accademia Belle Arti di Lecce e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali; 1° premio “Falconarti 2005” (AN); coppa Provincia di Milano; premio speciale della critica “Lorenzo Lotto” (MC); 2° premio al concorso “Donna chi sei?” dell'associazione artistica “Le Nove Muse” (Jesi – AN); premio per meriti artistici “Le Hameau de l’Art d’Or” (St. Paul de Vence); segnalazione di merito al premio internazionale “S. Valentino” (Vico del Gargano – FG), al concorso nazionale “La Spadarina” (PC) e al premio “Vincenzo Tirasacchi” (Vetralla – VT); selezionato per il premio Agazzi 2006 (BG) e per l’8° premio “Città di Laives” (BZ), premio speciale all’attività artistica 2006 al concorso internazionale “S. Crispino” (AP).